curiosità stroriche padovane  1°

L'OROLOGIO DELLA PIAZZA  DEI SIGNORI

La nobile famiglia Dondi oriunda di Cremona si trasferì a Padova nel 1251. Nel 1344 sotto la Signoria di Ubertino da Carrara fu collocato su di una torre del suo palazzo un orologio a ruote, del quale fu creduto autore Jacopo Dondi, celebre medico e fisico, maestro all'Università. Un'invenzione cosi mirabile, dicono alcuni cronisti, merito al Dondi il soprannome Dall'Orologio, .onde in lui e suoi discendenti restasse memoria di cosi celebre macchina, ed in seguito il soprannome Dall'Orologio infatti resto unito al cognome Dondi della nobile famiglia. Non e a dirsi pero che l'orologio del 1344 fosse una novità nel mondo, perché a Milano ne esisteva già uno fino dal 1306 e altri in molte città.

Dunque Jacopo non invento l'orologio a ruote, ma bensì essendo uomo assai dotto, fu da Ubertino da Carrara incaricato di dirigere l'opera del collocamento dell'orologio su una torre del suo palazzo, cosa affatto nuova a Padova dove tali macchine non erano conosciute. L'aver diretto il lavoro trasse in errore i cronisti i quali attribuirono a Jcopo l'invenzione di tale opera. Notasi poi che l'orologio che si vede attualmente in. Piazza non e quello del 1344, il quale non aveva alcun segno astronomico, e che la torre di Ubertino era collocata verso il Duomo e non in Piazza dei Signori. La torre di quella piazza fu fabbricata nel 1428 e certo maestro Novello orologiaio fu incaricato di fabbricare l'orologio (che e poi l'attuale) e lo termino nel 1437. Quindi tanto la torre quanto l'orologio di Piazza dei Signori, che alcuni cronisti cedettero opera di Jacopo Dondi, sono stati costruiti un secolo dopo.

E tutto questo lo conferma anche monsignor Francesco Scipione marchese Dondi Dall'Orologio, vescovo di Padova, morto nel 1819, assai apprezzato scrittore di storia patria.

Invece e stato Giovanni Dondi, e non Jacopo, l'autore d'un meraviglioso orologio e da lui derivo il secondo nome dell'illustre famiglia. Giovanni Dondi, figlio del sopracitato Jacopo, fu pure celebre matematico ed astronomo, e fabbrico un orologio che segnava e , batteva le ore, indicava il giro del sole per lo zodiaco, le fasi lunari, il moto dei pianeti ed i giorni del mese. La macchina costo 16 anni di lavoro ed i pezzi che la componevano erano circa duecento e venne fabbricata intorno al 1364. I documenti antichi parlando di Jacopo lo chiamavano solamente De Dondis, mentre altri dicono chiaramente «lohannis De Dondis dictus ab Horologio ». Ma nemmeno quello di Giovanni e l'orologio di Piazza dei Signori, bensì trovatasi nel castello di Pavia e precisamente nella Biblioteca, ove con somma cura e diligenza come un tesoro veniva conservato. Due volte questa macchina si guasto,e non avendo Giovanni lasciata nessuna istruzione sul modo. di riordinarla in caso di guasto, rimase ferma per molti anni, finché giunse a Pavia un meccanico straniero che dopo lungo e paziente lavoro riuscì a ridonarle il moto.

La seconda volta che si guasto non si trovo alcun artista capace di ripararlo, e dopo la morte di Gian Galeazzo Visconti duca di Milano e signore di Pavia, resto quell'opera meravigliosa abbandonata in preda alla polvere ed alla ruggine. Nel 1529 Carlo V re di Spagna, reduce da Bologna, dove era stato incoronato imperatore dal Papa, passo per Pavia e gli venne mostrato il già vecchio orologio costruito dall'illustre padovano. Carlo lo ammiro e volle che da per tutto fossero ricercati i pin abili artefici per ricomporlo, i quali non riuscirono nell'intento finalmente si presento un certo Gianello da Cremona, gobbo e deforme, ma di grande ingegno, il quale dopo esaminata la macchina dichiaro che poteva riordinarsi, ma che dovevasi cambiare quasi tutti i congegni corrosi dalla ruggine. L'ingegnoso gobbo si pose all'opera e imitando l'opera di Giovanni Dondi, dopo lungo lavoro ripristino il famoso orologio. Carlo V porto seco in Spagna la macchina ed anche il bravo Gianello, e quell'orologio trovasi tutt'ora a Madrid.
Nel 1778 venne eretta a Giovanni Dondi Dall'Orologio una statua in Prato della Valle, che e quella segnata col numero 54 nel recinto interno, ed e opera dello scultore padovano Francesco Rizzi.

 

PDF
 
TORNA TORNA
Ignazio Sommer (Merzio)